.”..sulle piazze, nelle botteghe, nelle case, chi buttasse lì una parola di pericolo, chi motivasse peste, veniva accolto con beffe incredule, con disprezzo iracondo”.
“[la peste]…per l’imperfezion degli editti, per la trascuranza nell’eseguirli e per la destrezza nell’eluderli, andò covando e serpendo lentamente, tutto il restante dell’anno e né primi mesi del susseguente”
“A ogni scoperta che gli riuscisse di fare, il tribunale ordinava di bruciar robe, metteva in sequestro case, mandava famiglie al lazzaretto, così è facile argomentare quanta dovesse essere contro di esso l’ira e la mormorazione del pubblico, “della Nobiltà, delli Mercanti et della plebe, dice il Tadino, persuasi, com’eran tutti, che fossero vessazioni senza motivo e senza costrutto”.
Alessandro Manzoni, “I promessi sposi”, dai capitoli XXXI e XXXII.
Votre Marietto